Due donne di generazioni diverse, Ira e Maria, portano avanti il racconto dell’impercettibile
intreccio tra l’atavico amore per il territorio Carnico, il riemergere di una solidarietà
apparentemente dimenticata ed un idealismo tenue, selvatico, nutrito apparentemente dal
respiro della natura stessa.
Il tempo della Carnia, una remota area delle Alpi Orientali, sembra procedere assopito
nella ciclicità dei ritmi della natura e dei suoi elementi. È proprio l’intervento sulle risorse
idriche locali, dettato da interessi economici esterni, a smuovere inaspettatamente il senso
di attaccamento al territorio della popolazione locale, che attraverso una mite rivoluzione di
provincia riuscirà a riconnettere le proprie istanze a quelle di un movimento più ampio ed
efficace, quello che si oppone alla privatizzazione della gestione del servizio idrico.