AreaDanza, Urban Dance Festival
6 agosto 2022

AreaDanza_urban dance festival nasce dall’urgenza di portare la danza di ricerca negli spazi del quotidiano. L’anima del festival risiede nell’innovare le modalità di fruizione dell’arte dal vivo, inserendo il gesto e la tensione corporea nelle radici delle città contemporanee.
La danza site specific è una cifra stilistica degli Arearea che integrano nel paesaggio urbano un gesto di libertà e trasgressione, facilitando lo spettatore ad un approccio emotivo ed intimo tra le architetture di spazi e corpi.

Venzone 06 agosto Piazza Municipio

Ore 17:00 CROSS

Ideazione e danza: Giulio Macrì, Simone
Mazzanti, Sara Pagani
Musiche: Frank Sinatra, Barbatuques, Censor Beep Sound Effect, Bobby Darin, Franco Battiato, Scorpions, Depeche Mode.
Costumi: Giulio Macrì, Simone Mazzanti, Sara Pagani
Produzione: Compagnia Arearea 2022
Durata: 20 min.
L’identità nasce dalla nostra provenienza, dal nostro spazio, ma la curiosità che contraddistingue l’essere umano lo porta ad abbandonare le sue origini per proiettarsi in luoghi ancora vuoti ai suoi occhi. L’inevitabile incontro con l’altro muta la sua condizione in favore di una convivenza aperta o di un rifiuto. In questo percorso di scoperta si rispecchiano tre figure che muovono i loro passi verso l’equilibrio tra le diversità, un percorso di crescita dove l’ignoto verso cui tendere può causare stati di profonda inquietudine.

Ore 18:00 JULES

Concept: Luciano Padovani
Di e con: Alice Carrino e Giuseppe Morello
Musiche originali: Diego Dall’Osto
Musiche: colonne sonore di alcuni film francesi
Luci: Thomas Heuger
Costumi: Lucia Lapolla
Produzione: Compagnia Naturalis Labor
Co-produzione: Artfest 2022
Con il sostegno di: Mic/ Regione Veneto / Comune di Vicenza
Durata: 13 min.
Un duetto che ci trasporta nel mondo della Nouvelle Vague di Godard, Truffaut, Godard, Rohmer. Schizzi, appunti, fotogrammi di umanità che si intrecciano.
Vite appese, storie che si incrociano, incontri. La vita è una continua casualità, emozionante come il bacio rubato in una notte d’inverno o un telefono che squilla senza risposta. Un mondo immaginario ma reale, denso come il fumo in un bistrot o la nebbia di una sera d’inverno. Jules è il suono dei grilli d’estate nella campagna francese.
‘La vita era come una strana vacanza. Mai Jules e Jim avevano giocato una partita a domino così importante. Il Tempo passava. La felicità si racconta male perché non ha parole, ma si consuma e nessuno se ne accorge’.
(da Jules et Jim di F. Truffaut)

Ore 18:20 PRELUDE

Coreografia: Luciano Padovani
Di e con: Alice Carrino, Jessica D’Angelo, Giuseppe Morello
Costumi: Lucia Lapolla
Musiche: Claude Debussy
Produzione: Compagnia Naturalis Labor
Co-produzione: Visioni di Danza Festival 2021
Con il contributo di: Mic / Regione Veneto / Comune di Vicenza / Arco Danza
Durata: 14 min.
Un trio sulla musica di “Prélude à l’après midi d’un faune” di Claude Debussy. Un’atmosfera neoclassica accompagna lo spettatore nel rapporto amoroso tra il Fauno e le Ninfe.

Ore 18:45 PER LUOGO, MUSICA E CORPO

Danzatore: Leonardo Diana
Musicisti dal vivo: Andrea Serrapiglio, Luca Serrapiglio
Produzione: Versiliadanza
Durata: 40 min.
L’azione performativa vive nel contesto dentro al quale viene appresentata.
Due musicisti e un danzatore dialogano tra di loro e con l’ambiente che li circonda nella creazione di una performance “site-specific” concepita in
maniera estemporanea in ascolto dello spazio, del tempo e delle forme che
coabitano, in quel dato momento, il luogo stesso. Il corpo si pone, all’interno
dello spazio, come fosse un elemento architettonico in cerca della sua dimensione dentro al contesto esistente ricercando, attraverso la forma,
un’armonia con ciò che lo circonda e con le persone che lo vivono. Una relazione che si costruisce e si trasforma lentamente, nello scorrere di un
tempo scandito dalla musica dei musicisti e dai suoni dell’ambiente stesso.
L’importanza di co-abitare uno spazio, nel rispetto delle differenti parti in gioco, è il soggetto dentro al quale cerca di muoversi l’intera performance, costruita, appunto, mediante il dialogo tra gli artisti, lo spazio e il pubblico presente.