La passione per l’arte c’è sempre stata, forse nata nella vecchia bottega di falegnameria del nonno a Raveo, dove da autodidatta scolpiva il legno e realizzava qualche quadro con tecniche diverse.
La vera passione scoppiò alle scuole medie con i primi insegnamenti del disegno tecnico, proiezioni ortogonali, prospettive, assonometrie, tecniche fondamentali per le future progettazioni in campo edile ed architettonico.
Così ha frequentato l’Istituto Tecnico Malignani a Udine (diplomato nel 1974) e poi l’università a Venezia (laurea in Architettura conseguita nel 1984) e durante la carriera professionale ha elaborato tanti progetti tecnici, diversi dall’arte pittorica ma anch’essi considerati opere d’arte.
Nel 2006 la svolta, con la vendita della casa dei nonni sorse il problema di dove mettere tutte le piccole cose che avevano accompagnato la loro esistenza.
Buttare tutto in discarica era impossibile: quegli oggetti rappresentavano la cultura di un mondo rurale che stava scomparendo e quindi avevo l’obbligo di mantenerli ancora in vita.
Con bottoni, medagliette, lamette, tessuti e altro realizzai i primi quadri e alcune piccole installazioni, nacquero così: la fede, la tombola, scugielutes, la purcite, trame, antiche collane, monumento ai scarpez, omaggio a Munari e tante altre. Opere che collegavano l’oggi al passato e tra questi ne usciva anche qualche quadro concettuale, fatto “d’istinto” con i materiali che mi passavano tra le mani.
Poi il primo premio, con “Auschwitz”, un quadro “forte” realizzato con le vecchie posate. Il premio lo convinse che la strada che aveva intrapreso si rilevava interessante: fare un quadro significava ritirarsi per un poco dalla vita frenetica ritrovando momenti sereni, ma una cara amica lo invitò a semplificare, trovando una propria identità artistica.
Quell’identità artistica la scoprì successivamente con la serie “Labirinti” (20 opere), realizzati con nuova tecnica inventata pensando ai tanti incastri che il nonno aveva realizzato durante la sua vita da falegname, con sfondi bianchi per giocare sulle ombre, così i quadri possono assumere diverse espressioni.
Oltre ai labirinti ed altre realizzazioni che prendono spunto dalla cultura rurale realizza ancora quadri concettuali, convinto che l’arte non può essere fatta in serie, ma deve essere il risultato di una ricerca intellettuale, deve possedere un senso storico, affettivo, deve dimostrare la tua cultura, quella vissuta, e questo lo porta a vivere, in ogni quadro, quel momento magico che consiste nel trasformare il concetto del pensiero in realtà
La mostra rimarrà aperta dal 7 ottobre al 19 novembre
Osserverà i seguenti orari:
Lunedì, martedì, mercoledì e giovedì dalle 9.00 alle 13.00
Venerdì, sabato domenica e festivi dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Info: 0432 985034 – provenzone@libero.it